Agli inizi degli anni settanta, alcuni soci del CAI di Lucca sentirono l’esigenza di aggregarsi, per svolgere attività scialpinistica e sci escursionistica in maniera organizzata. Il CAI di allora, a struttura verticistica e chiusa, non si dimostrò intenzionato a concedere spazi/risorse per lo sviluppo di questo tipo di attività, arroccandosi sull’idea tradizionale di approccio alla montagna: escursionismo a piedi e Alpinismo.
Dal gruppo informale, pian piano, maturò l’idea di formare un gruppo autonomo, distinto dal CAI.
La sera del 28 ottobre 1971, una quindicina di persone si riunirono in una casa privata e dettero vita al Gruppo Alpinisti Sciatori Lucchesi “La Focolaccia”.
Erano: Fabio Boschi, Aulo Avanzinelli, Antonio Avanzinelli, Antonio Benedetto, Leandro Carrara, Serafino Cerri, Roberto Cerri, Dino Ciuffi, Luciano Fanucchi, Marileno Dianda, Claudio Mei, Roberto Chifenti, Paolo Pellicci, Paolo Pergola. Altri se ne aggiunsero nei giorni successivi.
Il nome Focolaccia1 fu scelto perché è il nome di un bel passo delle Apuane, ormai quasi distrutto dalle cave marmifere.
Nel documento costitutivo fu scritto che il gruppo si fondava sull’amicizia degli aderenti e che aveva, come scopi fondamentali, la pratica e la divulgazione dell’uso dello sci come mezzo di locomozione (sci escursionismo e sci di fondo, anche nella loro dimensione agonistica), e la conoscenza e salvaguardia dell’ambiente montano.
Il gruppo, iniziò a riunirsi il giovedì sera, in case private, designate come sede. Si progettavano gite in montagna, si organizzavano gare di sci di fondo, si parlava di tematiche ambientali e cultura del territorio, in un’epoca in cui termini come “salvaguardia dell’ambiente” e “sviluppo sostenibile” erano ancora da coniare. Da questa sensibilità, nacque l’idea di organizzare nel 1972 una mostra fotografica, per denunciare gli scempi fatti sulle Apuane dalle cave di marmo.
Il gruppo puntava a crescere anche come società sportiva di sci di fondo. Si organizzarono corsi di pre-sciistica in palestra e corsi di introduzione allo sci di fondo. Si iniziò a partecipare a gare di carattere regionale, nazionale (es. Marcialonga) e talvolta anche internazionali (es. Vasaloppet). Iniziarono i primi, ma sempre più numerosi, successi regionali, personali e di squadra.
Non di meno, l’attività del gruppo si dedicò allo scialpinismo: si pubblicò la prima guida scialpinistica dell’Appennino Tosco-Emiliano2 (1974). Fu creata la Scuola di scialpinismo della Focolaccia. Si brevettò addirittura la “barella Borzi”, per il soccorso scialpinistico.
Il 15 novembre 1979, dopo una turbolenta discussione, si decise il riavvicinamento al C.A.I. e alcuni soci fondatori, “irriducibili”, uscirono dal gruppo.
Nello stesso anno vedeva la luce una seconda Guida di percorsi scialpinistici del nostro Appennino3 , sempre curata dal Gruppo e molto più completa della prima.
Intanto, le due anime della Focolaccia, fin qui convissute, iniziarono a dimostrare interessi distinti e divergenti. Nel 1986 si giunse alla scissione definitiva dell’Associazione in due gruppi autonomi: il Gruppo Sciatori Alpinisti Focolaccia, affiliato al C.A.I. di Lucca, e il nuovo gruppo Sci Fondo Focolaccia, che scelse l’affiliazione alla F.I.S.I.
Dopo la scissione, il gruppo Focolaccia Sciatori Alpinisti ha continuato l’opera di divulgazione che tuttora fa parte delle sue finalità statutarie.
Nel 1992 è stato pubblicato un volume commemorativo dei 20 anni di vita associativa4 , in cui sono stati descritti diversi itinerari meno noti della Val di Serchio Apuana e Appenninica, e ancora oggi l’Associazione si impegna a descrivere itinerari scialpinistici su vari siti internet, sia generici che specializzati.
La nostra Associazione è cresciuta nel tempo, diventando punto di riferimento primario per lo scialpinismo di buona parte del territorio toscano (e non solo toscano). Fanno parte del Gruppo circa 250 soci praticanti, a cui forniamo formazione, informazione e molti altri servizi per la pratica di questo meraviglioso sport, in sicurezza e nel rispetto dell’ambiente.
1 La Focolaccia è il passo tra la Tambura e il Monte Cavallo che mette in comunicazione Resceto con Gorfigliano e che attualmente è devastato da una cava.
2 “Itinerari Sci-Alpinistici dalla Croce Arcana al Passo di Pradarena”, stampata in proprio, Lucca, 1974
3 “Scialpinismo sull’Appennino tosco-emiliano”, Tamari Editori, Bologna,1979
4 “I 20 anni della Focolaccia, tracce nella mente e nella neve”, Maria Pacini Fazzi Editore, Lucca, 1992